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sabato 15 dicembre 2012

Nothing is something


Chiamata alle armi

Blane ha scritto un nuovo articolo e come sempre ha ricevuto molti apprezzamenti.
  • Qui l’articolo di Blane.
  • Qui invece la traduzione in italiano.

Per quanto mi riguarda sono molto d’accordo su quanto scritto. In particolare penso che sono due le cose che più del resto si stanno perdendo. L’umiltà: persa a causa dei soldi e del successo che gravitano ormai attorno al mondo dei traceurs, e lo spirito guerriero: quanto soffro nel vedere video come questo, in un canale di praticanti così bravi. Lo spirito del guerriero è proprio quella tensione per la quale la propria forza morale e fisica viene sviluppata con l’intento di farne una forza portante, positiva per la società (pensiamo anche al parkour che aiuta i giovani ad allontanarsi dalla criminalità sfogando in modo costruttivo i proprio impulsi). In molti video invece il Parkour è mostrato come elemento di trasgressione e rivolta; siamo lontani dalle iniziative Leave no trace, in cui si propone di pulire lo spot prima di tracciare o dalle buone azioni di TK17 viste in Pilgrimage.
Per fortuna le eccezioni ci sono, come dimostra l’accoglienza al post di Blane, iniziative di gruppi locali, o il diffondersi della certificazione Adapt (che difficilmente verrà presa da chi non segue tali valori positivi), che da pochi giorni ha visto un corso svolgersi proprio in Italia.

P.s.
Poi non lo so, sarò io che sono un vecchiaccio (e sono nato vecchio), ma se vedo un altro video di parkour in cui qualcuno abbassa i pantaloni e fa una capriola impazzisco!

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