Pagine

domenica 31 agosto 2008

Riflessioni di Blane

He Wishes For The Cloths Of Heaven
Had I the heavens’ embroidered cloths,
Enwrought with golden and silver light,
The blue and the dim and the dark cloths
Of night and light and the half-light,
I would spread the cloths under your feet:
But I, being poor, have only my dreams;
I have spread my dreams under your feet;
Tread softly because you tread on my dreams.

William Butler Yeats
Egli desidera il tessuto del cielo
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni

Apro questo articolo con la poesia che contiene l’ultima frase che leggerai.
Quello che sto per postare è un articolo proveniente dal blog di Blane, che gioArona ha tradotto per Parkour.net e che io ho trovato sul sito del CUP e leggermente editato.
La poesia con relativa traduzione l’ho trovata, invece, qui.

È un post lungo, preparati; ma se ti piace il parkour e vuoi praticarlo, DEVI leggere queste riflessioni di Blane.

Diluire:
a) Il processo che rende più debole e meno concentrato
b) L’essere diluito o meno concentrato
c) Una sostanza diluita
Non ho postato per un po’ perchè la mente era occupata, e solo ora me la sento di condividere i miei pensieri. Queste parole potrebbero offendervi, potrebbe sembrare che sono dirette a voi, e forse lo sono.
Posso vivere non essendo apprezzato per le cose che dico, ma non posso vivere senza condividere queste mie opinioni con le altre persone. So di non essere l’unico che condivide queste opinioni e sento sia meritevole dare voce a esse, se questo puo’ cambiare anche solo la testa di una persona e aiutarla. Questo è prima di tutto per un mio amico con cui non mi sono allenato per un po’. Un amico che sembra essere un po’ giu’ con i suoi allenamenti, un po’ distante, un po’ preoccupato di non essere bravo come altre persone. Questo è per lui e tutti gli altri che si sentono scoraggiati guardando le persone intorno che fanno cose che a loro non riescono. E anche per i nuovi arrivati del parkour.

Ieri è stato il mio 1300 giorno di pratica di Parkour. Non sono uno che crede molto negli anniversari, ma è stato il giorno in cui i pensieri di due settimane sono venuti a galla e ne ho fatta un’idea solida nella mia testa.

Ho iniziato allenandomi 1301 giorni fa , 10 settembre 2003, il giorno dopo che Jump London fu trasmesso per la prima volta sul canale 4, ed è fantastico pensare quanto è successo e quanto la mia vita è cambiata da allora.

Mi ricordo bene la mia prima vera sessione di allenamento, 185 settimane e 6 giorni fa. Era con un mio buon amico dell’epoca, Tom, ed eravamo entrambi così eccitati dal guardare Jump London e volevamo saltare e basta e iniziare! Mi ricordo le prove di alcuni volteggi, piccoli salti tra dislivelli, e mi ricordo la prima vera esperienza di paura nel Parkour quando sono saltato giù da una palestra locale e fatto la caduta sull’erba. È stato terrificante al momento, penso fossero circa 3 metri. Lo feci perché pensavo fosse questo il Parkour, saltare da qualcosa di alto e sopravivvere per raccontarlo il giorno dopo. Oh, quanto distante siamo tutti da quelle cose… Lo siamo?

Ora, come molte persone vi diranno, i giorni dopo la vostra prima sessione di allenamento sono d’inferno. Chi ricorda l’inspiegabile sensazione dolorosa facendo qualche piano di scale il giorno dopo la tua prima, reale, dura sessione di allenamento? Mi ricordo che sentivo le mie cosce come se fossero state assalite da una banda di bestioni incazzati con una mazza da baseball per 2 settimane.

Di questi tempi c’è un’abbondanza di ottime informazioni per le persone che iniziano che io non ho avuto quando iniziai io. Era per la maggior parte prove ed errori, con una buona dose di avanzamenti. Ma a dispetto dei benefici di imparare dalle passate esperienze dei veterani, mi chiedo se ci siano delle conseguenze.

Ho realizzato quanto difficile deve essere stato per David Belle e tutti gli altri originari traceur di Lisses quanto loro procedessero nell’oscurità dopo 15 anni senza avere idea di che cosa stessero facendo o di dove sarebbero arrivati. Loro lentamente hanno scavato un percorso in una nuova direzione e lo hanno illuminato per essere seguiti dalle altre persone. Ci sono voluti molti anni a questi ragazzi per creare una serie di movimenti base e raffinarli fino a rendere possibili il passaggio di quasi tutti gli ostacoli con un movimento e una tecnica verificata e questo non può che essere un traguardo notevole. Una epica giornata in cui un nuovo traceur può passare un ostacalo e può imparare in circa 2 mesi 10 tecniche, questo è costato circa 5 anni di allenamento tornando indietro a Lisses negli anni ’90.

Così, al passo con cui ci stiamo sviluppando, progredendo e imparando, sicuramente li raggiungeremo imitandoli a distanza e saremo capaci di aiutarli a portare la luce sul percorso, giusto?

No, non penso proprio.

Io penso che stiamo viaggiando troppo velocemente lungo lo stesso percorso e stiamo per rimanere senza benzina prima di poterli raggiungere. Loro si guardano indietro e ci vedono in lontananza e penso che probabilmente loro stiano sperando che li raggiungeremo per aiutare la disciplina a crescere, ma non penso che molte persone delle nuove generazioni vorranno. Per citare Stephane Vigroux "Penso che per molte persone deve essere più personale… tutti si muovono… sono veramente felice per loro… ma troppo velocemente, troppo in fretta, troppo spettacolo… troppo".

Ci sono ragazzi che si sono allenati per meno di un anno che fanno cose più grandi e avanzate di ragazzi che si allenano da 4 anni, e credo sia principalmente dovuto alla quantità di conoscenza disponibile oggigiorno. Questo può suonare buono in principio, mano a mano che le generazioni vanno avanti, avremo nuovi ragazzi capaci di evitare il processo di prova e errori, e semplicemente eseguire l’esercizio come deve essere, e avere un buon livello nel Parkour. Ma sono preoccupato.
Penso che l’approccio di prove ed errori insegnò molto agli originali traceur di Lisses a proposito di loro stessi e inniettò in loro una creatività e passione e coraggio che sta cominciando a essere dimenticata oggi e si sta sostituendo con un allenamento "sui libri". Non solo, credo che le loro capacità mentali e l’adattamento fisico fossero molto superiori ai miei, credo che fosse molto più diluito, rispetto alla generazione attuale e ai futuri traceur che iniziano adesso i loro allenamenti. La genta ha una lista di movimenti da imparare ed eseguire, e lo fanno più in fretta possibile, e poi passano a qualcos'altro di nuovo, più grande o più impressionante.

La migliore via per avere rispetto nella comunità del parkour oggi sembra essere fare la cosa migliore e più grande con la minima quantità di allenamento per arrivarci. Per quanto lo fai, non importa se è scoordinato, quanto lenta sia una scalata, quanto preciso sia un atterraggio o quanto danno fa alle persone – Tutti dicono cose tipo X ha fatto Y e quindi è migliore di Z anche se si allena solo da W mesi! Questo approccio sta prendendo sempre più piede, e recentemente lo sento come distruttivo per la natura del Parkour. Le persone fanno cose solo per essere viste da altri, e il loro pensiero è di darci dentro per fare bella figura. Sentono la pressione di fare cose che sono oltre il loro livello, e non è colpa loro.

Per me, Parkour è una lunga e utile lotta – non una breve ed epica battaglia.

Non sono preoccupato solo che l’aspetto del progresso mentale e della creatività dei nuovi praticanti venga sacrificato, sono ugualmente preoccupato riguardo ai costi fisici di tale progresso fatto con i libri di testo.

Come me, alcuni di voi si ricorderanno del nonno che era l’unico della famiglia in grado di aprire i barattoli all’ora di pranzo, nonostante la sua età avanzata. Questa "forza del nonno" di cui parlo non è un miracolo, è il prodotto di 60 anni di lavoro manuale e forza prodotta dall’utilizzo ripetuto dei muscoli per molti anni.

Sono preoccupato che la scorciatoia disponibile ai praticanti di oggi possa privarli dell’insostituibile sviluppo muscolare che i traceur di Lisses hanno, la profonda radicata neurologica struttura e la vastissima memoria muscolare che nessun libro o parola può dargli. La forza del nonno.

Tutti noi sappiamo che puoi condizionare il tuo corpo dall’inizio del tuo allenamento e questo aiuterà la tua abilità tecnica, ma continuo a sentire gente che si muove troppo velocemente e progredisce troppo velocemente. Regolarmente vedo cose fatte da nuovi traceur che ragazzi con anni di esperienza non hanno fatto e a volte questi ultimi si sentono giù… spesso si interrogano sul proprio allenamento chiedendosi perché non sono così bravi, si chiedono che cosa hanno trascurato e perché tutti sembrano essere meglio di loro.

Alcune persone sono venute da me letteralmente depresse a proposito del loro allenamento, cercando qualche consiglio e chiedendo dove sbagliavano, chiedendosi che cosa i nuovi ragazzi hanno che loro non hanno. La risposta che ho dato è semplice. I nuovi praticanti, che fanno dei salti massicci, tecniche impressionanti, alte, grandi, lunghe, distanti… ecc…, hanno acceso una miccia che vedranno bruciare negli anni prima di quanto vogliano, semplicemente perché i loro corpi non sono pronti per fare quello che fanno. Non è solo questione di ginocchia, che dire a proposito del danno fatto alle spalle per chi salta da ramo a ramo? Cosa a proposito dei gomiti?

Quali saranno gli effetti a lungo termine di questo?

Quali saranno gli effetti a lungo termine di salti di braccia da 3 metri quando le spalle non hanno l’esperienza di 10000 salti più piccoli?

Quali saranno gli effetti a lungo termine di atterraggi da 4 metri quando le gambe non hanno l’esperienza di 10000 atterraggi più bassi?

Il tempo lo dirà.

Guardate i migliori traceur del mondo. Andate a Lisses e guardateli, parlateci, allenatevi con loro e imparate da loro. Non sono i migliori perché sono geneticamente dotati o sono usciti pazzi per provare tutte le nuove cose quando erano giovani e nemmeno sono i migliori perché progrediscono in fretta. Sono i migliori e i più forti perché sono progrediti con costanza. Loro hanno costruito strati su strati di armatura sul loro corpo, anno dopo anno, ripetendo le cose migliaia di volte e non affrettando il processo. Loro hanno radicata nel profondo la forza del nonno, l’elasticità e la resistenza agli infortuni che viene dal graduale progredire.

Varie interviste a David Belle hanno domandato circa gli infortuni e David ha scosso la testa dicendo che le sue ginocchia stanno bene, le sue braccia sono ok, non ha dolori. Questo dopo 18 anni di allenamento. Per contrasto, oggi abbiamo ragazzi con alle spalle un anno di allenamento che gli ha dato mesi di problemi alle ginocchia, alle spalle, lussazioni, tendinite…infermerie per riparare corpi sotto i 20 anni. È una coincidenza? O è perché stiamo spingendo con troppa forza, troppa velocità, cercando di essere i migliori, paragonandoci agli altri?

Parkour è un viaggio personale e uno di quelli di duro lavoro. Non ci sono scorciatoie e non ci sono veloci trucchi. Se volete “essere e resistere”, allora vi consiglio di dare un lungo e duro sguardo al vostro allenamento e chiedervi se lo state facendo per divertimento, per qualche anno, dopo di che sedersi, prendere un lavoro, avere figli e ritirarsi. Se è così fate quello che volete, fate salti giganteschi, fate tutto quello che volete e non guardatevi indietro. Solo siate sicuri di non avere effetto su chi vuole avere una prospettiva più lunga e lavora per essere più forte. Provate a tenere questo nella testa quando dite:“ Ho fatto questo, perché non lo fai?” a loro.

Ma se volete veramente disciplinare il vostro corpo, diventare forti e resistenti nel Parkour, allora non dovete comparare voi stessi con nessun altro. Può essere troppo attraente finire a fare qualcosa aldilà del vostro livello quando vedete qualcuno con meno esperienza che lo fa. Siate uomini/donne più grandi, e realizzate il danno che si stanno facendo e siate orgogliosi di sapere che non soccomberete a pari pressione. Tra 10 anni, quando staranno camminando con un bastone, sarete capaci di fare quel salto centinaia di volte senza una goccia di sudore.

Non sono sicuro sul come possiamo aiutare le future generazioni di traceur e il futuro del Parkour. Fornendo loro la nostra esperienza li possiamo preparare ma non deve diventare un sostituto per il provare e sbagliare o saremo tutti e soli cloni dei nostri maestri. Deve rimanere un elemento di prove ed errori e di esplorazione. Devono anche poter progredire con il loro proprio tempo senza sentire la pressione delle persone attorno. Sto facendo diventare un mio personale obbiettivo l’aiutare le persone che vedo pressate sul fare qualcosa che non vogliono, sarebbe grandioso se qualcuno leggendo questo mi volesse incontrare.

Per riassumere i 2 punti dell’articolo…

1)Se site nuovi del parkour, ricercate il più possibile e imparate dalle persone che hanno già percorso la strada prima di voi, ma non perdete la vostra creatività e capacità di pensare da soli. Provate cose nuove, esplorate differenti metodi, e progredite con il vostro passo. La cosa che avete bisogno di ricordare è che le persone prima di voi hanno più esperienza fisica che ha costruito quella che chiamo “la forza del nonno”, che non può essere insegnata o tralasciata. Potete affrettarvi sulla teoria, ma non potete prendere scorciatoie sul piano pratico se volete resistere in questa disciplina.

2)Se avete più esperienza nel Parkour e sentite che le nuove leve siano migliori di voi, non sentitevi pressati nello spingere più forte o fare cose solo perché loro lo fanno. Provate ad avvertirli del pericolo di provare cose oltre il loro livello di condizionamento corporeo – se possono fare qualcosa, non significa che dovrebbero. Stanno imparando più velocemente per il fatto di avere più informazioni di voi, grazie al vostro duro lavoro.

Se vi importa del futuro del Parkour allora è vostro compito aiutarli a progredire sensibilmente e ricordagli che dovrebbero rallentare quando pensate stiano andando troppo veloce. Se non lo facciamo, il Parkour morirà lentamente via via che i praticanti diventarono più deboli e più deboli duplicati dei passati traceurs per infortuni, allenamenti oltre i limiti, e distruzione dei legamenti.

Vuoi quindi aiutare a diluire il Parkour e i nuovi traceur, O vuoi aiutare a concentrarli e amplificarli?

“Cammina leggera perché cammini nei miei sogni” - William Butler Yeats

-Blane


Blane - Origins

Sono passati cinque anni da quando Blane ha iniziato a praticare il parkour.
Questo è un riassunto, da lui realizzato, dei suoi precedenti video.
Ha una fluidità pazzesca. È a queste performance che aspiro.

Il blog di Blane

Do it. Fear. Everywhere.

Alcune frasi lette su Parkour Blog Youtube channel.

First, do it. Second, do it well. Third, do it well and fast, that means you're a professional - David Belle

Fear is your greatest enemy, but yet its your best freind - Shaun Andrews

Obstacles are found everywhere, and in overcoming them we nourish ourselves - David Belle


Traduzione:

Primo, fallo. Secondo, fallo bene. Terzo, fallo bene e veloce, questo significa che sei un professionista.

La paura è il tuo più grande nemico, ma è anche la tua migliore amica.

Gli ostacoli sono dappertutto, e nel superarli nutriamo noi stessi.

Ho visto uomini volare…


Dopo tanto tempo non ho ancora parlato del Raduno nazionale di Parkour tenutosi a Roma. Dove il Parkour si è messo la cravatta e l’Università l’ha tolta.
È stata un’esperienza magnifica. Due giorni intensi, importantissimi sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Con noi, oltre ai numerosi e bravi tutor (ragazzi che si sono messi a disposizione per far funzionare questo raduno e insegnare la disciplina), c’erano Sebastien Foucan, Daniel Ilabaca e Oleg Vorslav. Indimenticabile. Pensare che hanno mangiato insieme a noi, che Foucan e Ilabaca ci hanno presentato tecniche e filosofia (Oleg era infortunato e si è tenuto molto in disparte).
Più volte ci hanno parlato con passione cercando di spiegarci, prima che i movimenti, l’aspetto mentale del parkour, frerunning o come lo si vuole chiamare (il nome – dicono – non conta). L’arte e la gioia dello spostamento. Come una danza. In ogni momento ci si allena, bisogna vivere il parkour, non relegarlo a qualche ora della giornata, ma viverlo continuamente, con la testa e il corpo. Ilabaca mi ha particolarmente stupito, è stato affascinante e interessante sentire le sue motivazioni, sempre pronto a spiegare e parlarci come un amico. Pienamente cosciente e convinto di ciò che fa. Di fronte a delle semplici scale ci ha detto: fate quello che volete, su queste scale potete fare un milione di cose diverse, create. Dal canto suo Foucan, nonostante sia nello spirito (giocoso e gioioso) un bambinone, non è stato da meno. Entrambi, soprattutto Daniel, tenevano molto ad una cosa: non bisogna imitare gli altri, non si deve emulare ma far nascere la disciplina da noi stessi, dai nostri limiti e le nostre capacità, e scoprirla grazie alla costanza nel praticarla. In effetti, la diffusione massiccia di video porta sempre più persone a praticare senza coscienza il parkour, esibendosi in salti oltre le proprie possibilità o comunque con il solo scopo di mostrarsi e di fare “il salto più alto”. Non è così, il parkour deve essere qualcosa di più profondo. Non so quante delle persone che lo pratichino siano davvero convinti di ciò che c’è dietro. Si dicono tante belle parole, ma poi vedo traceur che inquinano invece di pulire lo spot, o che sono semplicemente troppo infantili per seguire una filosofia basata sul rispetto. Probabilmente, da alcuni punti di vista, io non sono un “tipo da parkour”, ma è sbagliato credere che un tale individuo esemplare (che possa essere definito così) esista davvero. Forse lego al parkour valori che non sono strettamente connessi ad esso. Allora, forse, io seguo la mia via del parkour.
Rispetto per gli altri, per il proprio corpo e per l’ambiente.
Meditazione.
Crescita interiore.
Arte del movimento.
Contro l’antagonismo.

Tornando al raduno, uno dei momenti più belli è stato quando ci siamo tolti tutti le scarpe (compresi Ilabaca e Seb) per allenarci sui salti e i movimenti silenziosi (si sa, no sound, no shock), e forse per ritrovare anche un maggiore contatto con il mondo e il proprio corpo.

Per ulteriori info e per una galleria di immagini il sito di chi ha organizzato tutto questo: Parkour.it

P.s.
Ho imparato una cosa che sembra stupida, ma risultautilissima in allenamento. Far finta di essere sull’orlo di un burrone, cosicché si metta il massimo impegno nel non cadere.

Il Parkour e il Freerunning

Una pagina ben scritta dove si parla di Parkour e Freerunnig

E un video in cui David Belle parla del Parkour:

venerdì 29 agosto 2008

Calcio freestyle

Oddio, mi ero perso l'esistenza di questa disciplina fantastica, che non è altro che la formalizzazione di quello che un po' tutti abbiamo fatto col pallone. Tempo fa mettevo le cuffie nelle orecchie e palleggiavo un po', è tanto che non lo faccio e questi video mi hanno fatto tornare la voglia.
Poi mi sono detto, si potrebbe mischiare il soccer freestyle con il parkour, e ho cercato dei video: e davvero qualcuno ci ha pensato (ma con scarsi risultati)!
Comunque ho visto il servizio di Real Tv ieri, per puro caso, ed è stato davvero interessante. Ora ho scoperto che esiste anche un campionato mondiale e che uno dei partecipanti è italiano e si chiama Domenico Grasso.

giovedì 28 agosto 2008

Sul Polveracchio


Qualche giorno fa sono stato all'oasi del monte Polveracchio. Che bei luoghi! Avrei voluto rimanerci per sempre, sprofondato nella natura a contatto con me stesso, in meditazione e in allenamento.
E poi io adoro i fiumi e lì scorre il Calore, quello che dà vita alla Chiena di Campagna.

Altre info

domenica 24 agosto 2008

La nuova Lara...

Non mi piace molto il fatto che ogni volta cambiano testimonial, ma in verità non me n'è mai importato molto, sono un fan della saga di Tomb Raider fin dal primo episodio, ma questa è la prima volta che la mia attenzione cade sulla persona che rappresenta Lara nella realtà.
Sarebbe un sogno: bella, agile, è Lara, insomma cosa potrei desiderare di più dalla vita? Ci potremmo mettere a fare parkour insieme! :-p

Comunque, eccola qui, più sotto invece il video del nuovo Tomb Raider, videogioco simbolo dell'Avventura con la A maiuscola e quindi illustre ospite di questo blog:



venerdì 8 agosto 2008

Viaggi & frasi

Ti linko un articolo di un blog con una piccola raccolta di frasi riguardanti i viaggi, poi se e quando ne trovo altre le aggiungo qui. Ciao.
Frasi

a' Chiena


Campagna, provincia di Salerno. Un paesino nascosto tra i monti, invisibile. Ogni anno il fiume Tenza viene fatto straripare e le sue acque vengono deviate verso il centro storico: ha così luogo a' Chiena. L'abbondanza d'acqua è occasione per bagnarsi a vicenda, lanciarsi gavettoni e secchiate d'acqua. Un'esperienza da provare.

Pare sia nata per l'esigenza di ripulire le strade, un tempo percorse da cavalli e altri animali rei di sporcarle quotidianamente con i loro escrementi. Oggi ha un carattere essenzialmente ludico.

Un'atmosfera gioiosa rovinata da individui (bambini compresi) che schizzano l'acqua con violenza tale da fare male, utilizzando secchi e altro, non sto scherzando... invece di divertirsi pare stiano sfogando una rabbia repressa contro gli sconosciuti: nei loro occhi l'incazzatura, invece del divertimento!

Comunque sia, consiglio a tutti di andarci, casomai con un bel po' di amici!

Ultimi commenti