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martedì 29 dicembre 2009

Pasha

Deve ancora perfezionarsi, ma il tempo di diventare uno dei migliori ce l’ha (ha 16/17 anni): sarà il nuovo Oleg Vorslav?



sabato 19 dicembre 2009

Su una bicicletta




Ho comprato una bici. Finalmente.
La vedi la favicon (l’icona) di lato all’url del sito? rappresenta una persona in bici con uno zainetto, è un’immagine che mi fa venire in mente l’avventura, il viaggio, eppure era una decina di anni, anche più, che non avevo una bici. L’ho presa da Decathlon, una Rockrider 6.0 che trovo proprio bella. Il secondo giorno che l’ho usata dopo anni che non avevo una bici, mi sono fatto 15 km circa di salite e discese (vedi il percorso su Google Map, in basso). Mi sono rotto il culo, sia in senso figurato che reale (urge l’acquisto di un copri sellino in gel). Però è stato e sarà un buonissimo allenamento per le gambe. È strana la differenza rispetto alla corsa: viene il fiatone, ma viene all’improvviso ed è diverso. Il corpo si riscalda ma non abbastanza da resistere al freddo in quanto per lo più lavorano le gambe. Le braccia in modo impercettibile si tonificano. Interessante.
Penso a quanto ogni tipo di disciplina e sport possa apportare qualcosa in più all’allenamento. Penso anche a quando gioco a calcetto con gli amici e scopro sempre qualche parte che non è allenata o strechata…


Visualizza Indicazioni stradali per Via di Priscilla in una mappa di dimensioni maggiori

giovedì 10 dicembre 2009

Essere per durare

Questa è la continuazione virtuale di un articolo di Gato. Lui ci ha mostrato il World Freerun Championships, con un link ad un pertinentissimo commento sull’evento. Io ti mostro la prima puntata di MTV Ultimate Parkour Challenge:

Siamo lì più o meno, ben 4 infortuni e una caduta che poteva essere davvero molto grave.
Non posso dire che trasmissioni del genere non mi affascinino; penso al fu Giochi senza frontiere, a Ninja Warrior, ad American Gladiators, ma questo tipo di giochi viene fatto in totale sicurezza, invece guardando il programma di MTV ho pensato solo che non era Parkour, era uno sterminio, e che il Parkour davvero non è adatto alla competizione, sicuramente non a quella televisiva. Io voglio che per me il Parkour serva ad essere per durare, non a fare cazzate per morire prima. Ogni tanto penso di farmi un tatuaggio, poi rifletto su quanto sia bello mantenere il mio corpo puro, pulito. Voglio salvaguardare il mio corpo, ed il Parkour deve essere un alleato in questo senso, non un nemico.

P.s.
:-)
Ci sono anche Il grande gioco dell’oca e Takeshi’s castle (lo sai che è stato inventato dal famoso regista Kitano?).

EDIT:
Avevo dimenticato di postare questa intervista di Daniel Ilabaca a proposito dell’Ultimate Parkour Challenge.
Per quanto riguarda MTV… negli anni passati a fare Parkour sono semplicemente arrivato alla conclusione che sono proprio i veri praticanti che stanno distruggendo il messaggio del Parkour… perché si tengono lontani da ciò che non è puro. Io credo che è ciò che non è puro che dovrebbe essere reso puro con l’esempio… come praticanti dovremmo passare del tempo con chi sta provando a distruggere ciò che sei e ciò che stai facendo.

Sono queste persone che hanno bisogno di aiuto e hanno l’abilità di cambiare così tante vite nella prossima generazione.

Ecco perché ho scelto di far parte della sfida di MTV, perché È un campo da battaglia… un luogo dove non solo il fisico è sempre esposto, ma un posto che dà ad ognuno l’opportunità di essere forte e mostrare attraverso l’esempio la verità del modo di vedere.

Bah… tante parole, ma i fatti rimangono. Da una parte è vero che Daniel ha dimostrato di essere forse l’unico realmente preparato, ma comunque la partecipazione all’evento e l’evento in sé non insegnano nulla di buono se non a fare le cose senza sufficiente preparazione e cautela. Pensandoci, è pur vero che il Parkour dovrebbe (teoricamente?) preparare ad affrontare le situazioni di pericolo improvviso, ad essere pronti in ogni occasione, ma oltre al fatto che perfino traceur di tal calibro hanno dimostrato di avere tanta strada ancora da percorrere, non è certo una cosa che può essere mostrata in televisione e proposta come competizione. Quanto più onesto e interessante sarebbe assistere alla preparazione atletica e mentale che precede un salto o un percorso importante!

Fonti:
MTV’s Ultimate Parkour Challenge
WFPF

martedì 8 dicembre 2009

Scegli di non cadere



Mi piace questo video. Piccolo e denso di significato, più che nelle parole nelle immagini e nella lentezza, nell’atmosfera.

Aggiungo alcune parti di un’intervista a Daniel Ilabaca da parte della Marvel. L’originale lo trovi qui.

[…] La cosa strana che ho notato recentemente è che quando guardo fuori dalla finestra, pensando a me che salto qua e là, lo penso solo al livello in cui sono adesso; ciò mi ha fatto capire che da piccolo ero molto più aperto e disponibile alle possibilità della vita. Questo mostra come perfino nel Parkour ho trovato delle restrizioni riguardo ciò che è possibile e ciò che non lo è, e quando realizzi questo… tutto è possibile.

[…] Mi muovo sempre in avanti. Il Parkour è una forma di espressione. Non è necessariamente uno sport, è un modo di esprimersi attraverso l’ambiente circostante. Perché nel mondo in cui viviamo la libertà l’immaginazione e la creatività sono difficili da trovare anche nelle generazioni più giovani, si sa. I ragazzi sono incoraggiati a crescere sempre più in fretta, e a causa di questo non entrano in contatto con la loro immaginazione, la creatività, l’avventura. Così creando qualcosa di nuovo si può trovare quella creatività e quell’avventura.

Questo discorso della creatività ricorre spesso nei discorsi di Daniel e in generale di altri traceur. Credo che, seppur sempre un po’ banalotto, ci sia qualcosa di vero, però penso che il fulcro della questione non sia tanto nella pura e semplice immaginazione, quanto nel fatto che viviamo in una società che impone con forza i propri modelli (per lo più sbagliati, tralaltro) di comportamento e si vive così, inconsciamente, di imitazione. Siamo tutti uguali mentre scendiamo le scale, siamo tutti uguali mentre usciamo il sabato sera. Invece dobbiamo scoprire l’originalità dei nostri movimenti e dei nostri pensieri. Saltare oltre il corrimano delle scale e scoprire la bellezza di una passeggiata pomeridiana. Naturalmente sto parlando per metafore, però penso davvero che il Parkour possa aiutarci a svegliare quella parte di noi che, sopita, si limita a seguire la massa lungo i percorsi già dati, invece di sognare di salire verso il cielo.

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