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giovedì 5 agosto 2010

Pensieri sull’autobus dopo un allenamento


Mi immagino spesso protagonista di un video di Parkour, penso ai video che potrei fare, mettendo insieme quei quattro movimenti che mi escono meglio, con delle belle inquadrature, una colonna sonora in contrappunto. Questa malattia dei video… Cazzo. Quello che dovrei mostrare non è una sfilata di movimenti fighi, quello che dovrei mostrare è la difficoltà. Quanto è difficile per me superare la paura di un salto, quella paura che devo affrontare anche per i movimenti più semplici. Quanto è difficile per me imparare un kong, riuscire ad alzare un po’ il monkey, raggiungere il bordo di quel cazzo di blocco di marmo che ancora non sono riuscito a sfiorare nemmeno… Il Parkour è proprio il contrario di un video. Non è guardarsi allo specchio, ma saltare oltre la nostra immagine riflessa. Eppure indugio nel guardarla quell’immagine.
Vedo il me di un anno fa, forse due. Cosa sono diventato? Sento che sono migliorato. I miei sono piccoli passi per l’uomo, grandi balzi per me. Ma devo fare di più. Molto, molto, molto di più.

Come se non bastasse sento che quello che ho guadagnato in un anno l’ho perso in un due mesi in cui sono stato fermo… Tento di riconquistarlo e mi sento più scarso di quanto mai sono stato. Provo a fare un salto, un precision semplicissimo tra lo schienale di una panchina e l’altro, il più infimo precision che si possa immaginare e dopo vari tentativi in cui arrivo e non riesco a tenere l’equilibrio, lo prendo troppo alla leggera e lo sbaglio, sbattendo lo stinco e aggiungendo l’ennesimo callo osseo alla collezione. È una grande lezione di vita che il Parkour insegna con severità: mai sottovalutare una situazione, nemmeno la più banale, il più piccolo movimento, la più innocua parola. Sii attento, sveglio, pronto. Ogni azione ha una ripercussione. È una delle lezioni più difficili da imparare. E poi c’è questa: non dormire, continua sempre a muoverti. Non ti fermare. Perché fermarsi è tornare indietro. Avanzare lenti è come stare fermi.

Devo iniziare a correre.

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